Pubblicazioni

Amministrazione e gestione delle confraternite  
 
 
Le confraternite sono la prima e la più antica forma di associazione laicale della Chiesa: disciplinate nel Codice di diritto canonico del 1917, nella nuova codificazione del 1983 vengono assimilate alle associazioni pubbliche di fedeli a, anche per la loro storia secolare, la gestione di questi enti presenta molte peculiarità rispetto alle altre aggregazioni nate dopo il Concilio Vaticano II con cui è stato dato pieno riconoscimento al diritto dei fedeli di associarsi. Con un metodo pratico, vengono descritte le diverse problematiche che si presentano oggi nella gestione di questi enti, dall'aggiornamento degli Statuti alle complesse e spinose questioni canoniche e civili legate ai loculi funerari, che viene approfondita e chiarita in tutti i suoi risvolti. Il libro è corredato da numerosi schemi ed esempi pratici.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Benedetta sofferenza
 
 
Autore: Gianluca Scrimieri
Editore: Della Rocca
Pagine: 200 
 
 
Il libro di don Gianluca Scrimieri, con la prefazione del cardinale Bassetti, è stata la tesi per la licenza in teologia pastorale sanitaria del 2010 al “Camillianum di Roma. Penelope Frey è nata a Roma il 6/3/1836, battezzata nella Chiesa di S. Andrea delle Fratte. Entra nel Monastero cistercense di Viterbo nel 1856, particolare per aver vissuto per 52 anni immobile nel letto, un lungo martirio d’amore. Salirà al cielo il 10/5/1913.
 
Suor Benedetta ha vissuto lo stato di malattia con fede, speranza e amore, nel momento in cui si è abbandonata alla volontà di Dio ha trovato pace.
Donna coraggiosa e forte, soffre e offre tutto a Dio per i sacerdoti, per la conversione. Devota e affezionata al suo Bambinello Gesù al quale tutti affidava.
Persone di ogni ceto sociale si recano da lei, perfino don Luigi Orione.
 
Quello che le capita è un “imprevisto” che ha scatenato ad una giovane monaca rabbia e ribellione. Si è sentita ferita, frantumata, insieme ai suoi sogni, disorientata; in questo sentirsi spezzata, senza più le sue sicurezze, Cristo trasforma tutto questo in rivelazione cioè si manifesta, Egli riempie di un fine ciò che per lei, o per noi, è solo la fine. Con la grazia di Dio è un’ostia vivente, la sua disgrazia diventa una grazia e benedizione per evangelizzare; nonostante l’immobilità ha creato movimento di preghiera, di carità, di relazioni. Anche un malato può credere, amare, sperare, santificarsi e sorridere! È stata dichiarata venerabile il 30/9/2015 da Papa Francesco.
 
 

 
I Vangeli apocrifi sulla risurrezione
 
 
Autore: M.Colavita
Editore: Tau
Pagine: 380 
 
 
Forse non tutti sanno chi è san Disma, san Longino, santa Claudia Procula, moglie di Pilato (santi per la chiesa copta), la storia della Veronica, l’apparizione di Gesù risorto alla madre e la pittoresca e drammatica scena della discesa agli inferi di Gesù. Ebbene tutte queste storie sono contenute nell’ultimo volume di don Mario Colavita che porta a termine la “trilogia” degli apocrifi sulla vita di Gesù di Nazaret.
 
La letteratura apocrifa, rivalutata e studiata, aiuta a conoscere le correnti morali e religiose della cristianità antica. Studiosi del calibro di J. Meier hanno rivalutato questo filone letterale per ben comprendere il contesto culturale e religioso del primo cristianesimo. Anche se la Chiesa ufficiale antica ha avuto “sospetti” verso gli apocrifi questi sono stati usati e utilizzati dalle comunità per diffondere culti e confermare tradizioni ricevute. Gli apocrifi, tavolta, completano o rettificano quanto ricevuto da altre fonti, addirittura suppliscono al loro silenzio.
 
La letteratura apocrifa nasce e si sviluppa in seno al variegato mondo cristiano che a sua volta nasce dal variegato mondo giudaico. L’interesse degli apocrifi è duplice: un carattere biografico popolare dove integrare notizie e avvenimenti dei vangeli canonici, l’altro interesse è meramente apologetico nei confronti delle accuse mosse da ambienti giudaico-pagani, oppure ideologico come espressione degli orientamenti dottrinali ereticali. Oggi è acclarato che la tradizione su Gesù fosse fin dall’inizio fluida e diversificata. Non dobbiamo temere di pensare che la storia della primitiva comunità cristiana fosse segnata da differenze liturgiche e da sensibilità diverse. Gli apocrifi sono testimoni della tradizione antica su Gesù, ci permettono di ritrovare, certo molto parzialmente, ambienti, idee, pratiche del primo cristianesimo che sono stati oscurati nei processi di costituzione delle strutture di potere, del canone, dei sistemi dottrinali, delle pratiche collettive.
I vangeli apocrifi della Passione, Morte, discesa agli Inferi, Resurrezione di Gesù seppur nei loro modi coloriti, confermano il nucleo centrale del cristianesimo in cui la figura di Gesù è e rimane centrale, il Gesù proposto è Salvatore, figlio di Dio.
 
La bontà dei testi apocrifi, proposti da don Mario Colavita, è sostanziata da un “amore” a Gesù Cristo e alla Chiesa. Non ci è difficile trovarvi forti riferimenti ad una “matura” cristologia, una valorizzata ecclesiologia, una nascente mariologia e un’apertura all’escatologia. Sotto forma di narrazione gli apocrifi fanno “teologia” nel senso che veicolano, spiegano e trasmettono i misteri della fede nella vita del popolo di Dio.
Disseminati nei testi apocrifi troviamo brevi espressioni di fede in Gesù figlio di Dio, Salvatore. È il caso di citare l’espressione dell’anonimo della discesa agli inferi del VI secolo, mette in bocca all’Infero (la personificazione dell’inferno) che rimprovera Satana per aver portato nell’Ade Gesù: “se l’addurai qui da me, libererà tutti coloro che sono chiusi in questo carcere crudele e legati dalle catene dei peccati, e li condurrà alla vita eterna della sua divinità”. Forse non ci rendiamo conto di quanto questi scritti hanno potuto mantenere viva e aiutare la fede di tanti cristiani e di come tradizioni destinate a sparire si siano salvate attraverso il laborioso lavoro di monaci e intellettuali che hanno copiato e tramandato le “storie” su Gesù della Passione, Morte, discesa agli inferi e Resurrezione.
 
I libri apocrifi sono stati in grado di influenzare grandemente la teologia, l’arte, la poesia, la musica, la liturgia e la cultura popolare con la loro straordinaria ricchezza di contenuto storico e narrativo, ma anche concettuale. I testi proposti fanno conoscere personaggi che sono entrati nella tradizione della devozione popolare e nell’arte cristiana: la Veronica, il ladrone buono san Disma, il centurione san Longino, Pilato e Claudia Procula (santi per la chiesa copta), l’apparizione di Gesù risorto alla Madre, e infine la discesa agli inferi di Gesù, che tanto ha influito nella formazione del simbolo apostolico.

 

 


 
Giuseppe di Nazaret, Il sognatore in cammino
 
 
Autore: Andrea Andreozzi e Giulio Michelini
Editore: San Paolo Edizioni
Pagine: 192 
 
 
Di Giuseppe non si registra una sola parola. Il suo nome si perde tra le genealogie, la sua persona si ritrae per lasciare spazio al mistero; i suoi passi si interrompono all’improvviso. Per decifrare nomi e circostanze, colmare i vuoti narrativi, rendere eloquenti i silenzi, gli autori hanno deciso di lavorare a più mani, secondo le competenze di ciascuno, accogliendo una varietà di approcci e di prospettive metodologiche fino ad indicare soluzioni agli interrogativi che nascono da un'attenta lettura del testo. Questa scelta ha permesso di far emergere la vera statura di Giuseppe: in sintonia con la prospettiva generale del primo vangelo, la sua grandezza consiste in un fare che esprime adesione piena alla volontà di Dio. Egli è infatti colui che persegue la via della giustizia e, aprendosi alla volontà di Dio, mai in regola con la logica simmetrica umana, accoglie il Messia d'Israele e lo custodisce così da donarlo alle genti.
 
 
Recensione a cura di Stefania Careddu
 
 
 
 
 

 
Contro don Matteo, Essere preti in Italia
 
 
Autore: Domenico Cambareri
Editore: EDB
Pagine: 152 
 
 
San Pietro e Robin di Batman, Games of thrones e don Matteo, Nestore re di Pilo e Tina Turner, Papa Francesco e gli scout. All’interno di un agile affresco pop, l’autore presenta la situazione dei sacerdoti in Italia e riflette sulle molte fragilità dell’azione pastorale odierna, resa ancora più complessa dalla pandemia.
 
Nate da numerosi colloqui con presbiteri e laici che avvertono l’urgenza di avviare una revisione audace e coraggiosa della formazione seminaristica e del ministero stesso, a partire da quello in parrocchia, queste pagine rispondono all’invito del Papa a non lasciarsi rubare la gioia. Non a caso, è l’Evangelii gaudium ad innervare la seconda parte della riflessione, in cui viene suggerita una soluzione concreta al clericalismo che rischia di impoverire e intristire tante vite offerte con slancio: circondarsi di poveri, giovani e donne per “rimanere” nella storia degli uomini.
 
 
 
Recensione a cura di Stefania Careddu
 

 
 
 
 

 
E cominciarono a far festa». Commento ai Vangeli festivi. Anno C 
 
 
Autore: Erio Caste llucci
Editore: EDB
Pagine: 224
 
 
Dante definiva l'evangelista Luca, la cui narrazione accompagna la comunità cristiana nelle liturgie eucaristiche dell’anno C, “Scriba mansuetudinis Christi” per la sua attenzione nell’esprimere la misericordia del Signore. Il terzo Vangelo illustra la realizzazione del programma iniziale che Gesù aveva annunciato nella sinagoga di Nazaret, quando applicò a sé il profeta Isaia, dicendo che lo Spirito lo aveva inviato a prendersi cura dei poveri, dei prigionieri, dei ciechi e degli oppressi. Un Dio che, nella persona di Gesù, apre il suo cuore al perdono e alla salvezza; che è capace di organizzare una festa per il ritorno del figlio ribelle pentito, di autoinvitarsi nelle case dei peccatori sfidando i benpensanti, di fissare il proprio sguardo sanante sull'apostolo che lo ha appena rinnegato.
 
Scritto verso l’80 d.C. attingendo da Marco e da una fonte comune anche a Matteo, quello di Luca è il Vangelo più raffinato dal punto di vista letterario e introspettivo. Ed è il Vangelo che, più di tutti, mette in luce l’azione dello Spirito in Gesù, a partire dall'Annunciazione fino all’Ascensione.
 
 
 
 
 
 
 

 
L’età da inventare, La vecchiaia fra memoria ed eternità
 
 
Autore: Vincenzo Paglia
Editore: Piemme
Pagine: 237 
 
 
Per alcuni è un triste passaggio verso anni di decadimento fisico, inoperosità forzata e solitudine. Per altri una minaccia da cui fuggire con l’aiuto di pratiche salutistiche e attività appaganti. Comunque la si viva, la vecchiaia spesso fa paura o porta con sé una certa malinconia. Eppure è diventata un tempo importante dell’esistenza, ben più lungo rispetto a pochi decenni fa, e si presenta, in mancanza di modelli, come un’età da inventare.
 
L’autore, che da anni studia e si occupa delle esperienze e dei bisogni delle persone anziane, propone in queste pagine una visione penetrante e innovativa della vecchiaia. Un periodo libero dai ritmi della produttività e disponibile per costruire relazioni o per ascoltare le proprie domande e quelle degli altri. Anni scanditi non più dal calendario degli impegni ma dagli affetti, dalla riflessione, dal contributo offerto alla comunità.
 
I vecchi insegnano la bellezza di trasmettere e prendersi cura della vita e quando, per via del loro corpo indebolito e la mente confusa, diventa più difficile gestirli e amarli, sono lì a ricordare che la fragilità è una condizione comune a tutti. La consapevolezza della dipendenza come radicale bisogno umano è il grande dono della vecchiaia alle generazioni più giovani. Ed è, al tempo stesso, l’orizzonte spirituale che permette di dare senso al ciclo della vita, di proiettare le proprie speranze nel futuro di cui si sono gettati i semi e, infine, di sentire la vecchiaia stessa come un compimento, una destinazione verso l’Eterno.
 
 
 

 
L’altra parola, Riscritture bibliche e questioni radicali
 
 
Autore: Massimo Naro
Editore: Studium
Pagine:288 
 
 
Sono numerose le domande di senso disseminate nella letteratura contemporanea. Riguardano le situazioni critiche in cui, dentro la storia, sono messi a repentaglio alcuni valori inviolabili, come la verità, la libertà, la pace, la giustizia. Oppure hanno a che fare con la malattia, il dolore e la sofferenza. O con l’amore.
 
Tali questioni radicali, che riecheggiano nelle sezioni sapienziali della Bibbia, trovano spazio e prendono forma nelle pagine di scrittori come Luigi Pirandello e Leonardo Sciascia, Luigi Santucci e Guido Ceronetti, David M. Turoldo e Mario Luzi, Margherita Guidacci e Agostino Venanzio Reali, Eugenio Montale e Pier Paolo Pasolini, Diego Fabbri e Angelo Gatti, Eduardo Rebulla e Vincenzo Rabito
 
Ma anche di teologi come Divo Barsotti e Gerd Theissen e di tanti pensatori moderni e contemporanei, da Blaise Pascal a Hans Blumenberg, passando attraverso Friedrich Nietzsche. E persino di cantautori come Angelo Branduardi e Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. L’autore accompagna il lettore in questo viaggio, tra pensieri e parole, tra interrogativi che non esprimono «sublimi ideali disincarnati», come chiariva Quinzio, ma danno adito a una narrativa e a una poesia che, scriveva Alda Merini, sono «fenomeno di vita».
 
 
 

 
La Chiesa nella città 
 
 
Autore: Paolo Selvadagi
Editore: San Paolo
Pagine: 192 
 
 
Se continuiamo a parlare di parrocchia non è soltanto perché di fatto esiste, anche se in condizioni precarie di salute, ma perché è il momento di pensare alla presenza della Chiesa a livello locale in modi ben diversi da come finora è stata vissuta e in buona misura continua a esistere”. Parte da questa provocazione l’autore per indagare le forme di parrocchia che esistono in Italia e nei Paesi occidentali, fortemente indebolite dalla secolarizzazione in termini di capacità aggregativa, di rilevanza sociale e sottoposte a una severa prova di resistenza.
 
L’obiettivo del testo è proporre percorsi che possano contribuire a rendere la parrocchia ancora strategica nella società e, insieme, più aderente alle attese evangeliche. Essa, infatti, secondo l’autore (che è vescovo ausiliare di Roma) deve essere vivificata: non si può assistere al suo declino, né conservarla per rassegnazione, né la si può ridurre alla dimensione pragmatico-organizzativa. Si tratta di capire come la parrocchia può “dare corpo alla sua costitutiva natura comunitaria dell'essere cristiani nel territorio”.
 
Una riflessione attuale, appassionata e soprattutto concreta, che apre strade possibili per le comunità parrocchiali, sensibili alle relazioni umane ed orientate a presentare con creatività il Vangelo.
 
 
 
 

 
La Chiesa che vorrei, I giovani sollecitano la comunità cristiana 
 
 
Autore: Federico Fabris
Editore: Effatà
Pagine: 112 
 
 
Che aria «tira» tra i giovani, riguardo alla Chiesa? Come la sognano? Quali sono le loro attese? A dispetto di una certa narrazione che li vuole distaccati e indifferenti, il loro cuore è profondo e sono alla ricerca di esperienze che possano far trovare armonia, equilibrio e gioia nella loro esistenza... includendo Dio! Cosa cambiare, allora, nella Chiesa? Del resto, ha ricordato Papa Francesco nella Christus vivit, “la Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno! E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”.
 
 
Recensione a cura di Stefania Careddu
 
 
 
 
 
 
 

 
Il potere, Una forza seducente 
 
 
Autore: Anselm Grün
Editore: Edizioni Paoline
Pagine: 128 
 
 
Cosa significa avere potere? Quali dinamiche si innescano nei rapporti? Perché ne derivano degli abusi? Come, allora, esercitare e gestire il potere in modo corretto? A queste domande cerca di rispondere l’autore per il quale “nella Chiesa, ma non solo, quella del potere è una questione cruciale. In questo periodo stiamo sperimentando, da una parte, una decadenza dell’autorità politica tradizionale e, dall’altra, l’emergere di un’autorità di tipo populista. Assistiamo a casi di abuso di potere anche sul piano economico. Ma questo genere di abusi li possiamo verificare anche nei rapporti interpersonali, nelle relazioni sociali. È per questo che ho deciso di scrivere un libro sull’argomento […]. Dato che ciascuno di noi possiede una qualche forma di autorità, invito tutti i lettori e le lettrici a riflettere su quel potere che hanno e sull’uso che ne fanno”.
 
Nel testo vengono analizzati gli aspetti storici, psicologici, sociali, morali e biblici del fenomeno, affrontando non soltanto i rischi impliciti nell’esercizio dell’autorità, ma anche le opportunità per aiutare le persone a esercitarla per il bene degli altri.
 
 
Recensione a cura di Stefania Careddu 
 
 
 
 
 

 
Parole come pane, Tutto è connesso: ecologia integrale e novità sociali 
 
 
Autore: Bruno Bignami e Gianni Borsa
Editore: In Dialogo
Pagine: 208 
 
 
Questo “tempo nuovo”, ancora segnato dagli effetti della pandemia, richiede “uno sguardo contemplativo”, ma anche “la volontà di informarsi, conoscere, riflettere per capirne la complessità; nonché occhi per ammirare, cuore per condividere, coraggio per agire”.
 
Per affrontare le sfide che l’attualità impone, servono cioè un forte senso responsabilità individuale e collettiva, il desiderio di abbracciare stili di vita rinnovati, e la capacità di contrastare, con un atteggiamento costruttivo, l’individualismo e l’assertività.
 
Il testo propone alcune parole chiave che possono aiutare a leggere un mondo interconnesso, toccando argomenti e macro-fenomeni: dall’economia, al lavoro, fino ai giovani, alla comunità, alla periferia, all’Europa, alla cura, alla libertà, alla profezia e all’uguaglianza. Per gli autori, “non è più tempo per i punti esclamativi, che piacciono ai populismi di ogni risma. Abbiamo semmai l’urgenza di riconoscere il valore fondante del sapere, del confronto senza pregiudizi, delle differenze che portano valore aggiunto.
 
[…] Oggi appaiono più che mai necessari incoraggianti percorsi di speranza, formando le coscienze (individuali e collettive) alla responsabilità per la casa comune, mettendosi in gioco in prima persona, domandandosi, sinceramente, quale può essere il proprio posto”, da cittadini e da credenti, “nella società e nel mondo”.
 
 
Recensione a cura di Stefania Careddu